Acquisti del 18|12.
Il sentiero dei passi perduti; Salvo Santaniello.
Casa editrice Menna - Avellino, finito di stampare in Marzo 1984.
PARTE PRIMA, CAPITOLO I
-Chi va là?
Il grido della sentinella sbattè precipitosamente nell'aria, per qualche istante, poi dileguò rapidamente lontano.
Nell'interno del reticolato si udì il tonfo di una caduta seguita da un gemito soffocato. Poi, più nulla.
Un soffio di vento alitò improvvisamente nell'aria lasciando dietro di sè un sottile profumo di alghe. Il mare era là, a pochi passi, ma non lo si poteva scorgere dal campo: le dune ne impedivano la vista. Si poteva anche sentire il suo respiro..
Dita di dama; Chiara Ingrao.
Mi chiamo Francesca, e sono io che racconto questa storia, non so bene se a qualcun altro o a me stessa, che importa? Importa altro: riuscire a trovare le parole giuste, per dire quegli anni. Millenovecentosettantanove, l'autunno caldo.
Cosa poteva capirne Maria? Avevamo diciott'anni, non capivamo niente di niente. A lei l'hanno schiaffata in fabbrica, per volere di zio Sergio; a me all'università a studiare Legge, dopo pianti e strepiti, che io volevo fare la veterinaria. Potevo essere io, a dire a Maria di ribellarsi? Mi sentivo esclusa, dal mondo nuovo che se la stava risucchiando, in un vortice di parole oscure: il cottimo, la bolla, la paletta, i marcatempo... Marca-che? ho chiesto. Che roba è? Boh, non lo so, ha detto Maria. Ma dice che sono i più pericolosi di tutti, sti' marcatempo. Chi, lo dice? Mi ci perdevo, in quei suoi racconti arruffati su Mammassunta e le sorveglianti, su Ninanana e gli scioperi, e la milanese, e 'Aroscetta... Fioccavano i soprannomi, fra le operaie. E Maria come l'avrebbero chiamata, con le sue dita di dama e il suo sento sfacciato? Per me ti è andata bene, dicevo io.
Buttala a ridere, divevo; mentre le massaggiavo le tempie e le spalle, messe a mollo nel bagnoschiuma, per cercare di togliersi di dosso la puzza di stagno... E la puzza di fumo? E il consiglio di fabbrica? E la Stira? Una cosa pazzesca incontrare Peppe in quel modo. E ancora più pazzesco innamorarsene. O no? Io non lo so, perché mi assediano la mente quei tempi frenetici, con tutte quelle cose che ci precipitavano addosso: piazza Fontana, i contratti, lo Statuto dei lavoratori, il divorzio, Reggio Calabria...Io non lo so, perché tutti questi ricordi, perché proprio ora. Se è per l'età, o per il casino che ci succede intorno; o invece soltanto per i casini fra Peppe e Maria, che lui non fa che rovesciarmeli addosso. Io non lo so: so che ci ho lasciato una parte di me, in quei giorni caldi di quarant'anni fa. allegri e feroci, e più veloci della luce.
Graziella, A. Lamartine. Casa editrice Bietti, 1963.
CAPITOLO PRIMO.
A diciotto anni, la mia famiglia mi affidò alle cure d'una parente che si recava in Toscana per affari, accompagnata dal marito. Era un'occasione per farmi viaggiare e per strapparmi dall'ozio pericoloso della casa paterna e della città di provincia, ove le passioni dell'anima si corrompono per mancanza di attività. Partii con l'entusiasmo di un ragazzo che attende l'alzarsi del velario sulle più splendide scene della natura e della vita.
Le Alpi, le cui cime nevose scorgevo, fin dall'infanzia, dall'alto della collina di Milly, profilarsi all'estremo limite dell'orizzonte scintillando al sole; il mare che viaggiatori e poeti mi avevano descritto, suscitandomi nella mente tante smaglianti immagini; il cielo d'Italia, del quale avevo goduto il tepore e la serenità nella pagine di Corinne e nei versi di Goethe :"conosci tu la terra dove i mirti fioriscono?"
Pier Giorgio Frassati, storia di un bambini vero; Rina Maria Pierazzi.
"La scuola" editrice, 1957.
Trama; Miei piccoli amici, in questo libro che vi è dedicato, desidero parlarvi di un bambino come voi, un bambino che saresti stati così felici di conoscere come l'ho conosciuto io, perché da Lui avreste imparato che si può essere allegri, amanti dei giuochi, delle belle passeggiate e, nel medesimo tempo, buoni, studiosi e obbedienti.
Si chiamava: Pier Giorgio Frassati. Visse soltanto ventiquattro anni e da più di trenta è in Paradiso. Molto si parla di Lui e io desidero farvi conoscere la sua meravigliosa infanzia. Questo racconto, bello come una leggenda, deve servirvi di guida e di esempio. Così imparerete a conoscerlo e ad amarlo; una volta che lo avete conosciuto e amato non lo dimenticherete più.
E vi do anche un piccolo affettuoso consiglio: quando siete tentati a fare qualche capriccetto, qualche disobbedienza alla mamma o ai maestri, sapete che cosa dovete fare? Dovete dire a voi stessi:" Pier Giorgio non farebbe così; e se mi vedesse far così, lui tanto buono e obbediente, chissà che dispiacere ne avrebbe!".
E allora - ne son certa - capriccetto e disobbedienza svaniranno perché Pier Giorgio v'insegna a essere buoni. E se sarete buoni Egli invocherà su di voi la benedizione di Gesù.
0 commenti:
Posta un commento