sabato 17 dicembre 2016

Canzone per un povero ragazzo, Patrick Galvin.


Trama.
Cork, Irlanda, anni Trenta. Patrick Galvin ha 9 anni, è nato poeta e impara subito che la vita è rebus. A cominciare dalla famiglia (zie timorate di Dio che scappano con il circo; cugine che da pescivendole si trasformano in pesci). Per proseguire con la scuola: Frate Reynolds, che è un segreto estimatore di Wilde e deve aver fatto suo il motto che "ogni uomo uccide le cose che ama", lo applica ai suoi amati studenti che riempie di bastonate. Meno male che a istillare il piacere della lettura c'è il signor Goldman, l'ebreo che vive in una casa così piena di libri che non c'è più spazio per i mobili. Ma forse non è tutto vero in questo "amarcord" irlandese in cui a tratti il racconto autobiografico ha l'atmosfera stralunata del sogno.



L'autore.
Nato a Cork in una famiglia con otto bambini, Patrick Galvin ha trascorso l’infanzia nella povertà. La sua educazione scolastica fu così sommaria che a undici anni sapeva a malapena leggere e scrivere, ma questo non gli ha impedito di diventare un prolifico autore di testi teatrali, un grande poeta ed un apprezzato interprete di ballate. "Ballata per un giovane straccione" è la rievocazione della sua adolescenza: in "Canzone per un povero ragazzo" (Ponte alle Grazie 2001) è invece raccontata la sua infanzia.






Citazioni dal libro.
  • Non ho mai visto il signor Goldman mangiare. Si nutriva di libri.
  • Mia madre credeva nei poeti. Diceva che non erano nati normalmente ma erano stato inventati da Dio per celebrare i suoi angeli.
  • Secondo mia zia, i bambini erano creature uniche. Non c'era bisogno di spiegargli che il mondo poggiava sulla schiena di una gigantesca tartaruga. Qualsiasi bambino era in grado di capirlo ed ecco perché il mondo tremava sempre e si avevano i terremoti, le epidemie, le carestie, la tosse canina, la varicella ed il morbillo. Se non fosse stato per gli alberi, che tenevano insieme il tutto con le loro radici, il mondo sarebbe crollato da un bel pezzo e precipitato in un abisso. 
Proscritto.
Una volta, nella città di Cork, si svolse una famosa battaglia, che divenne nota come "la meravigliosa battaglia degli storni". In un giornata radiosa, davvero radiosa, con il sole che danzava in cielo, gli storni si radunarono sopra la città e lottarono tra loro per il possesso della popolazione di Cork. Il combattimento durò tre giorni e tre notti e, quando ebbe fine, le strade della città erano ricoperte delle carogne di milioni di storni.
Allora scoppiarono misteriosi incendi. Le case di legno del Marsh presero fuoco e la città di Cork venne rasa al suolo Ma gli abitanti di Cork ricostruirono la loro città, una città importante che ora sorge sugli argini del fiume Lee. Io sono nato lì, nella musica della sera e nel rumore del traffico per le strade.



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