Edizione Betti, traduzione di Alma Dolens, 1963.
Trama; Pubblicato nel 1852, "Graziella" trae ispirazione da un'avventura amorosa vissuta dall'autore durante il suo primo viaggio in Italia, nel 1811-12. Costretto sull'isola di Procida da una tempesta, Lamartine conosce Graziella, figlia di un pescatore partenopeo. I due si amano di un amore puro e, dopo alcune peripezie, vivono alcuni mesi felici l'uno accanto all'altra. Ma ben presto il poeta deve fare ritorno in Francia, dove riceve una lettera dalla giovane amante, colpita da una malattia mortale. Vivace espressione della sensibilità e della retorica del Romanticismo francese, Graziella è la più celebre tra le prose di Lamartine, sospesa tra stereotipi letterari e intima commozione, ricercato patetismo e sincero coinvolgimento.
Letto dal 19|12 al 21|12.
Citazioni;
- Tutto questo improvviso modificarsi della vita, che sembra iniziare l'intelligenza di un nuovo mondo, affascinava il mio spirito.
- Che la libertà sia il supremo ideale dell'uomo sta nel fatto ch'essa è la prima aspirazione della giovinezza, nè dilegua se non quando il cuore inaridisce o lo spirito cade nell'avvilimento.
- In quell'epoca si destò in me l'amore dell'emancipazione dell'umanità e l'odio intellettuale contro l'eroe del secolo; odio cosciente e ragionato, che il tempo e gli avvenimenti non fanno che giustificare, nonostante gli adulatori della sua memoria.
- L'antichità, anziché infondermi la melanconia delle cose morte, divenne per me un sentimento.
- Non provavo alcun bisogno di conoscere gente, di vivere in mezzo alla società, godevo, anzi, del mio isolamento.
- La sua vita e la mia furono talmente unite dalla sua infanzia fino alla sua morte, che le nostre due esistenze fanno parte l'una dell'altro; mi accadrà, così, di parlare di lui quasi ogni volta che dovrò parlare di me stesso.
- Le note flebili andavano al cuore a toccare le recondite fibre assopite. E' questo l'effetto della musica, quando essa non sia vano giuoco dell'orecchio, ma il gemito armonioso della passione che esce dall'anima per mezzo della voce.
- Non si può battere un po' più forte sul cuore dell'uomo senza spremerne delle lagrime, tanto la natura è, in fondo, piena di tristezza! e tutto ciò che la agita fa salire un po' di amaro alle labbra e qualche nuvola davanti agli occhi!
- Perché tormentarsi per delle idee che non arrivano a toccare il cuore?
- I cuori semplici si schiudono senza diffidenza, si saldano senza resistenze, perché non ci sono interessi a destare sospetti e a consigliare riserve, contro il sentimento.
- Qualche volta scrivevo, tentando di espandere in prova o in versi, ora in italiano, ora in francese, quei primi bollori dell'anima, che sbolliscono e si acquetano esprimendoli. La parola scritta è lo specchio di cui ha bisogno per conoscere sè stesso e per assicurarsi ch'egli esiste.
- Il senso dell'isolamento, anziché sconfortarmi, m'aiutava a raccogliermi in me stessi e a concentrare i palpiti del mio cuore, e le forze del mio pensiero. Non ero l'uccellino pigolante, smarrito, intorno ai nidi stranieri, ma l'uccellino che abbandona il proprio ramo e arrischia il volo distante perché sa la via del ritorno.
- Togliete dalla vita il cuore che vi ama, che cosa vi resterà?
- Il tempo è uno sconfinato mare, che rigetta come l'altro le nostre spoglie. Perché commuoversi? Non possiamo piangere su tutto, a ciascun uomo i suoi dolori, a ogni secolo la sua pietà. E' abbastanza.
- Tutto mi mancava ed io mancavo a me stesso.
- Il tempo cancella rapidamente ogni cosa sulla terra, ma non cancella mai dal cuore le tracce di un primo amore.
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